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La pazienza mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che le cose belle richiedono tempo per maturare
E crescono lentamente con stabilità.
La pace mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che posso rimanere calma attraverso le tempeste della vita,
Indipendentemente dal caos che mi circonda.
La speranza mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che tempi migliori mi aspettano
E che sarà sempre lì per guidarmi e sollevarmi.
L’umiltà mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che posso raggiungerla
Non riducendo me stessa o facendomi piccola,
Ma concentrandomi sul servire il mondo
E sull’elevare chi mi sta intorno.
La gentilezza mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Di essere più dolce, indulgente e compassionevole
Verso me stessa
E verso chi mi circonda.
La fiducia mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Di non nascondere o reprimere i miei doni e talenti
Per far sentire gli altri più a loro agio,
Ma di abbracciare ciò che mi rende unica.
La concentrazione mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che le insicurezze e i giudizi altrui
Non sono un mio problema.
Dovrei reindirizzare la mia attenzione
Dagli altri verso di me.
La libertà mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che nessuno ha controllo sulla mia mente,
Sui miei pensieri e sul mio benessere,
Se non io stessa.
L’amore mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che non ho bisogno di cercarlo negli altri,
Perché si trova già dentro di me.
Tahlia Hunter
20.2.2025 10:47La pazienza mi ha fatto visita - Tahlia Hunter“Cinque sono le cose che una persona rimpiange quando sta per morire. Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore.
La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni.
Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza ”ti amo” a chi avevamo accanto, ”sono fiero di te” ai figli, ”scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.
Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure, sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori.”
Testo tratto da: “Ciò che inferno non è” di Alessandro D'Avenia
Mi sono preso la licenza di sostituire la parola "uomo" con "persona"
14.2.2025 08:40Cinque sono le cose che una persona rimpiange quando sta per morirePiango mentre ti lavo e con le mie lacrime ti lavo
Piango mentre t’imbocco e prego che almeno questo, almeno un boccone
Piango mentre mi guardi e non mi vedi, mentre ti vedo e non mi guardi
Piango ricordando come eri e non ricordo più quando ti ricordavi di me
Piango un pianto che non consola, che non sfianca, che non serve nemmeno a farti chiedere “perché piangi?”
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